La mia prima volta con Martina è stata nel novembre dello scorso anno.
Ricordo ancora alla perfezione ogni singolo dettaglio di quella notte di passione.
Martina è una splendida quarantunenne di origine siciliana, mora e procace. Lavora come professoressa di spagnolo in un liceo di Bologna ma nonostante la professione da ‘letterata’ ama molto mantenersi in forma facendo jogging, andando in palestra e facendo lunghe escursioni sull’Appennino.
Il suo corpo perfetto, il suo seno sodo e il suo culo senza un filo di cellulite testimonia gli ottimi risultati ottenuti con un costante esercizio fisico.
Conobbi Martina nel bar dove lavoro nel fine settimana per potermi pagare gli studi all’università: dopo un gioco di sguardi, prima di andarsene lasciò i soldi per pagare il suo caffè sul tavolo e scrisse su una salvietta il suo numero e il suo nome.
Affascinato dal suo abbigliamento che non copriva a sufficienza il suo seno generoso, la chiamai appena finito il turno.
Il primo appuntamento fu pochi giorni dopo, un martedì, al termine del quale mi baciò e mi chiese di riaccompagnarla a casa, visto che era sera e non si fidava a tornare a piedi.
Una volta giunti sotto casa sua, mi chiede con una certa disinvoltura se avessi voglia di salire da lei, senza utilizzare nemmeno la classica scusa del ‘prendere qualcosa’ o di ‘bere un caffè’.
Mi disse chiaramente che aveva voglia di fare l’amore.
Io non potevo credere alle mie orecchie: senza farmelo ripetere due volte, lasciai la macchina in una zona di carico-scarico e salii di corsa.
Appena in casa, Martina aprì una bottiglia di prosecco, ne servì due bicchieri e iniziò a baciarmi sul collo, leccandomi con passione. Mentre mi baciava, mi apriva la camicia, scendendo poi con la sua lingua sui miei capezzoli e inginocchiandosi davanti a me. Ero talmente eccitato che mi sentivo esplodere ancor prima che mi aprisse i pantaloni.
Dopo aver iniziato a farmi un godere con la lingua, Martina era già sul punto di farmi raggiungere l’estasi: decisi di fermarla e di iniziare a darle un po’ di piacere, visto che volevo fare l’amore con lei e non di venire subito.
Togliendole il vestito, mi soffermai sul suo corpo perfetto, accarezzandole le sue curve perfette, indugiando sul seno e sulla parte anteriore del suo tanga di pizzo nero.
La presi in braccio e la portai sul letto, iniziando a usare la mia lingua per farla eccitare. Nel giro di pochi minuti, Martina venne nella mia bocca.
Non sazia, mi disse di voler far l’amore. Preso un preservativo dal cassetto del comodino, me lo mise e salì a cavalcioni sopra di me, muovendosi rapidamente e venendo per la seconda volta nel giro di un quarto d’ora. Dopo, stanco di essere passivo, decisi di prenderla alla pecorina, pompando con vigore per una ventina di minuti, toccandole il seno con le mie mani ed esplodendo finalmente nel piacere dentro di lei.
Dopo esserci distesi sul letto, ripetemmo mezz’ora dopo. Quella notte lo facemmo quattro volte.
Un’esperienza decisamente indimenticabile, che da allora ripeto almeno una volta a settimana.